venerdì 19 settembre 2014

Tomoe Nage per i bulli del quartiere

C'è un Maine Coon qui vicino che è il terrore degli altri gatti del quartiere: ENORME, cattivissimo, sfregiato ad un occhio e arrogante come solo quelli grossi e apparentemente invincibili sanno essere. 
Leo Pantaleo
Quando Dora Pandora era in calore, lui bazzicava spesso nel mio cortile, metteva in fuga gli altri gatti e una volta ha stuprato Leo Pantaleo che ne è rimasto così sconvolto da rifiutarsi di uscire per settimane, dopo che l'ebbi "salvato" dal gattaccio che è il triplo di lui. 
Poi Dora, diventata mamma, è diventata spietata e ha tenuto alla larga chiunque si avvicinasse ai suoi cuccioli, compreso il Maine Coon. La scorsa settimana lo yorkshire dei vicini ha morsicato il piccolo Sansone e lei, per salvare il figlio, ha aggredito e massacrato il cane. Ora i vicini ci odiano e lo yorkshire passa alla larga dalla staccionata del nostro cortile. 

Oggi, comunque, si è consumato il dramma: 
Dopo pranzo Leo era sdraiato da solo in cortile per un riposino e quando il chiasso mi ha attirato fuori, lui stava sotto il Maine Coon, era così terrorizzato da essersela fatta addosso, e Dora correva per venirgli in soccorso, ma era già troppo tardi. 
Ora Leo è andato a nascondersi, dopo che l'ho ripulito e la sorella è tornata ad occuparsi dei cuccioli; il gattaccio stupratore è scappato, ma non ci riprenderemo in fretta dal trauma della dignità gattesca infranta. 


Come si insegna a un gatto a farsi valere contro gli arroganti? Con le mie figlie funzionarono le lezioni di judo: se impari a prenderle, prima o poi ne restituisci qualcuna, infatti la maestra della scuola materna di Gloria mi chiamò preoccupata quando la bambina insegnò al compagnetto Carlo Maria a non darle della stupida, sbattendolo a terra con un Tomoe Nage. E lui era il doppio di lei... poi lui gliele suonò per vendicarsi, ma questa è un'altra storia, e il punto è che lei non è più stata una vittima. 
Ci vorrebbe un maestro di judo per gatti. 


giovedì 22 maggio 2014

Amore non ricambiato

Io amo la tecnologia ma lei non ricambia. 
Il mio amore per la tecnologia non è quello testosteronico del maschio che vuole possedere, carpire segreti, controllare. Io venero la tecnologia come un totem, le rendo omaggio, spendo e mi spendo, accetto naturalmente che essa sia piena di misteri imperscrutabili e me ne faccio anche trattare male. A volte malissimo. Lei mi tradisce continuamente ma io aspetto che torni da me. Torna sempre.
C’è stato un periodo in cui non appena indossavo un orologio si fermava. In una settimana ne feci fuori SETTE. Alcuni non ripresero mai a funzionare. Il mio orologiaio è rassegnato a non farmi pagare la sostituzione delle batterie, perché sostiene che non gli sia mai capitato di doverle cambiare così di frequente sullo stesso orologio e gli sembrerebbe di approfittarne.
Non menziono neppure le interminabili traversie con caldaie, climatizzatori, motorini d’avviamento, telefoni, televisori, fotocopiatrici, macchine del caffè...


Non potendola controllare, io blandisco, accarezzo, persuado e faccio macumbe
Occasionalmente mi gira bene e queste pratiche sortiscono persino l’effetto sperato. O magari sarà il caso, o la dea Tecnologia che mette da parte per un po’ la sua spietatezza di dea nei miei confronti. Io però, per sicurezza, ho i numeri del meccanico, dell’elettricista, del caldaista e di ogni assistenza possibile tra le chiamate rapide, per quei momenti in cui il dolore per l’ennesimo tradimento mi porterebbe a gesti estremi con il martello. Riesco quasi sempre a resistere e cercare aiuto. Pago oro chi mi salva da me stessa.
Uno potrebbe pensare al delirio, ma quando in questo modo fai ripartire la caldaia, ripari il videoregistratore, aggiusti l’auto, e riesci a bere il tuo caffè, una domanda te la poni.
Siccome il mio amore è fatto di un trasporto morboso e non ricambiato, mi improvviso stalker e mi appassiono nella lettura delle nuove scoperte, sbircio nei forum le discussioni su questo o quel prodotto e ovviamente taccio intimidita, preda di una soggezione che nessun umano è mai riuscito a suscitarmi.

Ieri mi ha piantato lo smartphone. L’estensione del mio palmo, l’espressione della mia socialità, il compagno con cui dormo e traduco ogni emozione, ha avuto un voltafaccia odioso e dolorosissimo. Ho dormito malissimo e mi sono svegliata con un umore che ha persuaso i colleghi a fare altrove, non nel mio ufficio come al solito, il briefing del mattino. Senza di me. Si fottano gli umani, ho rituali woodoo da praticare, soluzioni on-line da cercare.
Ora sembra che il telefono si sia ripreso. Scarica millemila aggiornamenti come un indemoniato e io lo lascio fare rapita, accarezzandolo ogni tanto, come farei con un figlio discolo, che torna a casa dopo essere uscito di nascosto e ti ha fatto morire di crepacuore. Come quando di notte stai sveglia e osservi nel buio il profilo del tuo uomo, chiedendoti che effetto farebbe aprirgli la testa per guardare cosa c’è dentro.
A volte mi chiedo come ci si senta, a conoscere i segreti delle tecnologie, a possederle e dominarle. Intanto, elevo lodi di ringraziamento, svuotata d’energia per tutto il dolore sopportato oggi.



p.s.: Ovviamente scherzo, lo so benissimo che il buon funzionamento di ogni apparecchio dipende dall’oroscopo :-P